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Programma di donazione e gruppo sanguigno

09.01.2017

In connessione con il trattamento dell'infertilità, vorremmo fare chiarezza su alcuni miti sui gruppi sanguigni dei donatori e dei riceventi.

“Molti dei nostri clienti che stanno per sottoporsi al ciclo di donazione credono che il gruppo sanguigno del ricevente, cioè della futura mamma, e quello della donatrice degli ovuli, devono corrispondere. Questo perché i genitori non vogliono che il loro bambino, in seguito ad un’analisi dei gruppi sanguigni, scopra di essere stato concepito grazie ad un trattamento di fecondazione in vitro,” dice Petra Hánová, responsabile del dipartimento esteri della clinica GENNET.

Questa ipotesi non ha basi fondate. Il gruppo sanguigno del bambino è determinato sia dal sangue della madre che da quello del padre, come spiega la responsabile del programma genetico della clinica GENNET, Dr.ssa Monika Koudová: "I gruppi sanguigni sono determinati dalla specifica proteina sulla superficie dei globuli rossi – cosiddetti antigeni AB0. Essi definiscono se si apparterrà al gruppo sanguigno A, B, AB o 0. La loro presenza è determinata geneticamente e il figlio li eredita dai genitori, quindi è possibile prevedere il gruppo sanguigno del bambino se si conoscono i gruppi sanguigni di entrambi i genitori. Ad esempio, se il padre ha il gruppo sanguigno A e la madre 0, la donatrice può appartenere al gruppo sanguigno 0 (uguale alla madre) ma anche al gruppo A. La combinazione risultante sarà gruppo sanguigno A o 0, come sarebbe in caso di una gravidanza spontanea dei partner."

Questa tabella spiega quale gruppo sanguigno può derivare da una combinazione di gruppi sanguigni dei genitori:

Madre / Padre 0 A B AB
0 0 0, A 0, B A, B
A 0, A 0, A 0, A, B, AB A, B, AB
B 0, B 0, A, B, AB 0, B A, B, AB
AB A, B A, B, AB A, B, AB A, B, AB
 

Oltre gli antigeni AB0, si deve considerare il cosiddetto fattore Rh. Circa l'80% della popolazione ceca ha Rh positivo (Rh +) e solo il 20% negativo (Rh -). L’ereditarietà del sistema Rh può essere espressa così come rappresentato in questa tabella:

Madre / Padre Rh + Rh -
Rh + Rh +, Rh - Rh +, Rh -
Rh - Rh +, Rh - Rh -
 

Quindi solo nel caso in cui entrambi i genitori abbiano un Rh negativo, anche il loro bambino avrà un Rh negativo. In tutti gli altri casi, il futuro bambino può avere il fattore Rh sia positivo che negativo.

Molte donne sono preoccupate per la salute del proprio bambino se esso ha un fattore Rh diverso da quello della madre. Per risolvere questo problema diamo la parola al responsabile del dipartimento FIV della clinica GENNET, Dr. Tomas Čepelák.

"La donna gravida che ha il fattore Rh negativo viene sottoposta agli esami di routine che controllano i livelli di anticorpi contro l'antigene D, perché può essere presente sui globuli rossi del feto. In certe situazioni, questi globuli rossi fetali possono penetrare nel sistema circolatorio della madre e scatenare gli anticorpi contro l'antigene D. Per prevenire la formazione di questi anticorpi, alla donna incinta viene preventivamente somministrata una dose di immunoglobuline. Questa procedura viene eseguita in quanto durante la gravidanza è sconosciuto il fattore Rh del feto. Dopo la nascita, se il neonato è Rh positivo, alla madre è somministrata nuovamente immunoglobulina per prevenire eventuali problemi in gravidanze successive. Se il neonato è Rh negativo, la somministrazione di immunoglobulina non è necessaria."

Dalle conclusioni degli esperti nel campo della genetica e della fecondazione in vitro risulta che, quando si seleziona una donatrice degli ovuli adatta, il suo gruppo sanguigno non rappresenta un vincolo così significativo ma è necessario conoscere il gruppo sanguigno anche del partner.

Il programma di donazione della clinica GENNET offre ai clienti una vasta scelta dal database di donatrici. La scelta della propria donatrice si basa su requisiti di coppia, e non individuali, perché si mantenga la compatibilità dei gruppi sanguigni.

 


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